La scuola al tempo del Corona Virus
Le parole che seguono, voglio che restino nella memoria. Rileggerle in futuro probabilmente avranno un diverso effetto.
Perché tutto questo plexiglas? Perché la paura della morte è più forte della paura della vita! Se a scuola i bambini vengono inscatolati è perché non ci fidiamo dei loro comportamenti, che non sono in grado di imparare a tenerli, evidentemente sono dei disadattati, mi direte che ci sono bambini che non sono in grado di osservare tutte le regole? E perché quando si va nei luoghi considerati sicuri siamo davvero tutti così sicuri che sono sicuri? I medici che sono morti curando persone infette erano così sicuri che pur indossando tute speciali non si sarebbero infettati? Andiamo a domandarlo a quelli che hanno manifestato a Roma perché dicevano che era tutto falso!
Quindi allora la soluzione sarebbe inscatolare le persone. Dove sta quello psicologo che l’ha convalidata? Bene, vedo che la scienza ha fatto grandi passi avanti. Quindi questi ragazzi, dalla libertà a casa, dopo che molti hanno imparato a capire cos’è l’autonomia, passeranno alla scatola in plexiglas. I bambini del nido e dell’infanzia? Be le maestre in quel caso potranno rischiare… sanno bene che non possono mettere un bambino di un anno dentro una scatola di plexiglas…
Sarebbe forse stato il caso di approfondire come continuare un po’ di didattica a distanza? Facendola magari in modo più intelligente di quanto non poteva essere fatto in una situazione di emergenza? Non dico sia questa la soluzione unica, ma magari un pezzo di soluzione poteva esserlo. Non ho capito, dovremo assistere a scene isteriche da parte di qualche bambino o studente particolarmente sensibile per capire che non è questa la soluzione? Che se vogliamo far ripartire l’economia ci devono rimettere sempre i più deboli? E tutto questo perché poi? Per avere degli studenti che sanno tutto di storia, geografia, italiano, scienze e matematica? Che poi senza Corona Virus avevamo tutto questo esercito di scienziati che sanno tutto di tutto, meno che non mettersi le dita nel naso?
Se vogliamo ripartire un minimo di rischio bisogna correrlo, se non ce la sentiamo stiamocene a casa, non illudiamoci che inscatolando gli studenti quei rischi non li correremo… che poi parliamoci chiaro, ma se il virus dovesse ripartire a settembre ottobre come era alll’inizio di questa pandemia, si tornerà di nuovo a scuola?
Qualche reminder per contestualizzare può aiutare